Oggi la questione del tempo è faccenda delicata e come tale va considerata . Per molti genitori si tratta, il più delle volte, di un tempo che “ non c’è ” e questo so che può essere causa di dispiaceri, in un continuo rincorrere ogni cosa e cercare di “ fare il massimo “.
Tante volte sento gli adulti usare il termine “ incastri” per descrivere la minuziosa regia di ogni giornata.Sono esperienze che ho provato personalmente per cui, ad ogni mamma e ad ogni papà, va la mia più ampia solidarietà .
Ma quali sono i tempi dei bambini o meglio i tempi con i quali i bambini devono fare i conti ?
Anche qui la faccenda non cambia di molto. Oggi i bambini, almeno fino alla scuola primaria, sono spesso impegnati a scuola fino alle ore 16 e dopo, come si dice , hanno “tutta la settimana organizzata “. Ciò stride con il modello della scuola elementare di qualche decennio fa che vedeva la presenza di un solo docente e un orario scolastico molto più ridotto rispetto a quello attuale. Ricordiamo che il “tempo pieno “ viene introdotto negli anni 70 ( legge 820 \71 ) con l’obiettivo di migliorare i livelli d’ apprendimento e di offrire attività extracurricolari – come musica, arte, sport- gratuitamente. Invece l’insegnante unico, dopo anni di sperimentazioni, scompare con la legge 148 del 05.06.96 che vede l’introduzione del gruppo docenti e del “modulo scolastico”. Dagli anni 70 in poi possiamo dire che man mano cambia la società e cambia anche l’organizzazione del tempo dei bambini con l’introduzione di un “tempo scuola” che già alla scuola dell’infanzia, e poi alle elementari ,impegna quasi tutta la giornata dei bambini. Una riflessione su questo cambiamento fa intuire un possibile aumento della “pressione “ sui bambini, perché va detto che i bambini ed i loro bisogni di fatto rimangono gli stessi. Negli ultimi anni oltre alla scuola i bambini vengono spesso coinvolti anche in attività extracurricolari che però il più delle volte rimandano ad un curricolo cioè ad una serie di apprendimenti , sempre più complessi, che il bambino deve padroneggiare. Chi oggi non ha in calendario – oltre alla scuola- un corso di inglese o spagnolo, oppure un corso di danza , o ancora un corso di nuoto, o forse un corso di scacchi, oppure di pallavolo , o un corso di equitazione, oppure uno di pianoforte …?
Sono tutte attività interessanti a mio avviso , ma – mi verrebbe da dire – non sono un po’ troppe ? E soprattutto perché non fanno già parte del curricolo scolastico ?
Le troppe proposte, a mio parere, rischiano di diventare faticose per i bambini ( soprattutto più piccoli) in particolare quando si esce da una dimensione che privilegia la componente ludica , l’esperienza diretta e libera dei bambini, che deve essere agita in contesti all’interno dei quali possono anche proposti vari linguaggi e tecniche, ma senza diventare necessariamente un percorso curricolare .
Credo di avere sempre prestato attenzione a questo aspetto perché so bene che il bambino ha necessità anche di tempi più lenti e di attività ( diverse dal modello scolastico tradizionale) che gli offrono ampie possibilità di sperimentazione e diversificazione delle scelte. Proposte che non siano però a “ senso unico” , che gli consentano anche di “sbagliare” per imparare lui stesso dai propri errori e che non puntino in modo eccessivo sulla performance a tutti i costi. Tali ambiti rispondono maggiormente ad un approccio attivo ed indiretto che il bambino può “ aggiustare” a seconda della propria personalità e dei propri bisogni. Ecco io credo che queste siano considerazioni di cui dovrebbe tenere conto chi progetta sia in ambito scolastico che extrascolastico o familiare .
La scelta che io faccio , anche nell’ambito dei “progetti di vacanza estivi” di Fattoria delle ginestre , è quella di essere un pezzetto della giornata di un bambino in modo da lasciare del tempo personale di riposo, di ozio, di scoperte da condividere con i genitori, i nonni o i vicini di casa .So che non è semplice, ma mi pare una scelta che risponda ad una sua precisa logica e ad un bisogno reale dei bambini.
Allo stesso tempo durante l’intero anno promuoviamo progetti e appuntamenti per bambini , privilegiando spesso i pomeriggi a ridosso dei fine settimana , con offerte che non puntano tanto ai risultati, al curricolo e alla performance uguale per tutti ( o quella nella quale è importante essere i più bravi ) ma piuttosto a creare degli spazi di benessere , di “ stacco” da un quotidiano che spesso ci porta a vivere dentro a “ quattro mura “, per riappropriarci di un tempo lento, utile per l’azione, l’osservazione e la riflessione che scaturisce con naturalezza .
E’ proprio qui, a mio avviso, che può albergare la creatività .