Credo sia una faccenda importante e che pertanto valga la pena di promuovere una piccola riflessione in merito .
Con pensiero creativo o creatività s’intende la capacità di memorizzare informazioni attraverso l’esperienza, di qualsivoglia tipo, e di utilizzare tali informazioni in modo autonomo; fornendo ” risposte ” ai differenti “problemi” che la quotidianità propone, a ciascuno di noi, nei vari momenti della vita.
Detta così sembra una ” formuletta”, ma non lasciatevi ingannare dalla “falsa percezione ” di cui la nostra società ha avvolto tale parola o, meglio, tale strategia di pensiero.
La creatività NON è il lavoretto , non è solo il bel disegno …la creatività è il pensiero stesso ( e questo non lo dico io, ma Jean Piaget che è stato il più importate ricercatore sull’ apprendimento infantile ) .
Allora, se vi addentrate in questo argomento, vi renderete ben conto che ciò che serve davvero ai bambini, fin da piccolissimi, non sono ” compiti chiusi ” , piccoli ” addestramenti” uguali per tutti e neppure “schede da colorare ” . Ai bambini servono ESPERIENZE autentiche.
Sono molto precisa in questi aspetti perché li studio da circa 40 anni e so bene quali risultati può portare un’educazione piuttosto che un’altra.
Ciò che ho notato è stato purtroppo una consistente limitazione delle esperienze reali già nei contesti di scuola dell’infanzia.
Non vuole essere una critica fine a se stessa, ma un segnale di attenzione che rivolgo anche ai docenti nell’ambito dei corsi di formazione che svolgo.
Troppe schede , troppe richieste anche opinabili ( ha più senso richiedere di colorare entro i margini o sperimentare le possibilità grafiche di un pennello ? ), troppa distanza dalla comprensione del valore del gioco reale ( i bambini vanno accompagnati nel gioco , vanno illustrate le regole , vanno sostenuti nello studio di possibili variabili delle stesse, incentivati all’invenzione di nuovi giochi …), troppa inutile contrapposizione tra ciò che viene denominato ” gioco” e quello che vinee proposto come ” lavoro” ( ma perché viene usato questo termine che implica fatica ? Non avrebbe più senso che ciò che caratterizza l’ apprendimento venga proposto come un piacere , una gioia …? ).
Come dico spesso nulla in educazione è ininfluente, quindi come le “buone pratiche ” arricchiscono aiutano, stimolano …evidentemente stili educativi diversi possono anche limitare ed ostacolare la crescita e la libera espressione di un bambino o di una bambina.
Credetemi non sono pessimista , ma vi stimolo a riflettere nella consapevolezza della necessità di fornire ad ogni bambino la migliore educazione.
Un’ educazione nella quale anche il pensiero e la pratica creativa possa avere il giusto spazio.
Da oltre 25 anni Fattoria delle ginestre , in un contesto molto arricchente come quello della natura , stimola i bambini nella costruzione di un pensiero creativo, libero e democratico . Per farlo utilizza le esperienze reali, il gioco, la sperimentazione e soprattutto l’educazione al ” piacere del fare “.
Molte volte, in tempi , pur brevissimi osserviamo cambiamenti importanti nel bambini; maggiore concentrazione, aumento del tempi di attenzione , maggiore ricchezza linguistica , maggiore attitudine al fare, più capacità di cooperare in gruppo, un evidente benessere …
Ciò che mi viene naturale domandarmi è che possibilità avrebbe un bambino se potesse fruire di tali contesti e didattiche in modo più ampio ?
Se ciò che ci chiama scuola si ispirasse maggiormente a tali approcci …?
Io continuo a parlarne con voi genitori, con gli insegnati che accolgo in formazione, nei social e in ogni dove per poter arrivare al maggior numero di persone …
Perché ? semplicemente perché credo profondamente a questa necessità e a questo valore .